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Univ’AirPlus 2017. La sharing economy: un’opzione per il business travel

La sharing economy, un’opzione reale per il business travel

Ieri nell‘edizione 2017 di Univ’AirPlus un vivace dibattito sull’impatto che l’economia condivisa sta avendo nel settore dei viaggi d’affari e su come i travel manager possano integrarla in azienda creando innovazione

  • È entrata nelle aziende diventando un nuovo modello organizzativo, culturale e sociale e non può più essere considerata solo un insieme di fornitori a basso costo.
  • Offre ai business traveler un’esperienza più intensa, personalizzata e attiva, a cui non vogliono più rinunciare.
  • Rimangono tuttavia aperte sfide organizzative e fiscali che si possono affrontare con partner tecnologici e tool efficienti.

Milano, 18 maggio 2017 – Si è svolta ieri a Milano, all’Unicredit Pavilion, davanti a una platea di travel manager, responsabili acquisti e finanza di molte aziende italiane Univ’AirPlus 2017, l’appuntamento annuale organizzato da AirPlus sui principali temi d’attualità del settore dei viaggi d’affari, giunto alla sua IV edizione. Quest’anno il tema dell’evento è stato ‘Sharing economy: un’opzione per il business travel’: insieme a esperti, accademici e aziende del settore si è discusso di opportunità, difficoltà, convenienza e regolamentazione di quella che oggi è una componente crescente nei viaggi d’affari.

Cosa rappresenta questo cambiamento per il business travel? Quali sono le opportunità e le difficoltà per le aziende e per i Travel Manager nell'utilizzo di tali servizi? Come si inseriscono nel quadro fiscale e assicurativo?

Per capire la portata della sharing economy basta guardare qualche dato; oggi il suo valore nel mondo è di circa 30 miliardi di euro e si stima che nel 2025 le transazioni relative a questo settore varranno 570 miliardi di euro*. Un giro d’affari destinato a crescere anche in Italia, dove nel 2025 supererà i 25 miliardi di euro**.

“I viaggiatori d’affari stanno cambiando e da anni assistiamo alla disruption di tutti i modelli di business a noi familiari”, afferma Diane Laschet, Amministratore Delegato di AirPlus Italia, aprendo la nuova edizione di Univ’AirPlus. “Il fenomeno della consumerizzazione ha portato all’adozione anche nel business travel di piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi. Le aziende della nostra industry iniziano a essere attratte da forme di consumo collaborativo, adottandole in ambito corporate. E’ una rivoluzione inarrestabile iniziata dal ‘basso’, cioè dal viaggiatore, e sta già trainando l’innovazione all’interno delle aziende”.

Non a caso lo studio annuale di AirPlus*** prevede l’aumento della richiesta di opzioni di sharing economy, indicando che al 67% dei viaggitori d’affari in Italia piacerebbe usare più spesso questa tipologia di servizi.

Per cercare di comprendere quali siano oggi le reali opportunità della sharing economy per il business travel, nel suo key note il Prof. Carlo Alberto Carnevale Maffè della SDA Bocconi School of Management, ha illustrato come l’economia collaborativa per i viaggi d’affari vada considerata al pari di un nuovo modello organizzativo, culturale e sociale e non banalmente come un insieme di nuovi fornitori a basso costo. Perché in questo nuovo paradigma non cambia solo l’offerta ma anche la domanda, dove il business travel passa da servizio passivo a esperienza attiva.

Non poteva mancare il contributo di Airbnb; Matteo Stifanelli, country manager per l’Italia, nel suo intervento ha parlato del cambiamento e della trasformazione del viaggio per arrivare al business travel e al servizio appena lanciato business travel ready. In particolare ha evidenziato come la trasformazione in atto nei viaggi d’affari parta anche da valori che per il viaggiatore possono fare la differenza, tra i quali la necessità di dare continuità alla propria esperienza, vivendo in trasferta ciò che egli sperimenta a casa propria, magari con il medesimo comfort, e rendendo più umanamente significativa e piena la trasferta con il proprio team di lavoro.

Rimanendo in tema di offerte di sharing economy per il mondo business, è stata poi la volta dell’intervento di car2go, il primo sistema di car sharing al mondo, che ha evidenziato come 8.000 aziende in tutta Italia stiano già utilizzando car2go per i viaggi aziendali.

Il percorso di Univ’AirPlus è continuato con i casi di Subito, NTT Data e Angelini, che hanno raccontato le loro esperienze – diverse tra loro quanto le rispettive realtà aziendali: una piattaforma online, una multinazionale IT e un grande gruppo farmaceutico.

In questo contesto è emersa comunque forte la necessità per le aziende coinvolte di disporre di strumenti che consentano loro di gestire in modo agevole i processi amministrativi di rendicontazione e di pagamento dei viaggi.

È stata quindi AirPlus a spiegare come i propri sistemi di pagamento centralizzati per la gestione dei viaggi d’affari, basati su carte di credito virtuali, possano integrarsi nelle piattaforme dei fornitori di servizi di sharing economy, diventando una leva importante per monitorare tutte le informazioni relative alle trasferte e alle spese ad esse connesse, automatizzando i processi e facilitando la fase di rendicontazione.

Si è infine parlato di duty of care e di coperture assicurative dei viaggiatori d’affari con AXA Assistance e International sos, per terminare questa stimolante giornata di lavori chiarendo le implicazioni fiscali per le aziende legate all’utilizzo di fornitori di sharing economy con Adriano Di Pietro, Direttore della Scuola Europea di Alti Studi Tributari dell’Università di Bologna.

“Questa giornata ci ha dato molto su cui riflettere. Abbiamo capito che la sharing economy è una realtà di cui dobbiamo ormai tenere conto, ma che non è possibile adottarne gli strumenti senza prestare molta attenzione agli aspetti normativi e fiscali”, ha affermato Diane Laschet in chiusura dell’evento. “Detto questo, è ormai chiaro che l’economia condivisa è un valore aggiunto, che può ridurre le spese per l’azienda e al tempo stesso rendere più ricca l’esperienza della trasferta per il viaggiatore. Uno dei temi più significativi emersi oggi è proprio quello che il travel manager non spedisce pacchi postali, ma persone: lo evidenzio con piacere, perché è importante che chi gestisce le trasferte in azienda abbia sempre un’attenzione particolare per le persone e non abbia timore di modificare le policy aziendali, se il cambiamento può essere positivo”.

La giornata è stata condotta da Alberto Vita, direttore di Mission, Mission Fleet e Missionline.

*Dati PricewaterhouseCoopers

**Stime Università di Pavia

***International Travel Management Study 2017

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