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Uomo in macchina che guarda verso l'esterno

La richiesta di servizi di sharing economy cresce anche nel business travel

La terza parte dell’AirPlus International Travel Management Study 2016 fotografa una domanda crescente di servizi di sharing economy anche per i viaggi di lavoro. Mentre i viaggiatori sono attratti dalle opportunità che questi servizi offrono, i travel manager invece nutrono dubbi sulla loro sicurezza e compliance con le policy aziendali.

Milano, 3 ottobre 2016 – L’idea della condivisione organizzata di cose e della messa a disposizione di alloggi è ormai una componente consolidata del settore turistico grazie a player del calibro di Airbnb e Uber. La crescente domanda da parte dei viaggiatori d’affari sta ora permettendo a questi servizi di trovare spazio anche nel mondo del business travel, proponendosi come possibili alternative rispetto agli operatori tradizionali per la gestione dei viaggi nelle aziende. Ma la sharing economy è davvero un’opzione valida per chi viaggia per affari?

AirPlus International, società specializzata in sistemi di pagamento e analisi per i viaggi d’affari e per le spese aziendali, lo ha chiesto a oltre 2.000 persone in 24 Paesi nel mondo – 847 responsabili delle trasferte delle rispettive aziende e 1158 viaggiatori d’affari – evidenziando come l’argomento sia oggi al centro di un interessante dibattito.

Dalla ricerca emergono notevoli differenze tra l’atteggiamento dei travel manager e quello dei viaggiatori d’affari. Se da una parte chi pianifica le trasferte nutre preoccupazione circa la sicurezza dei servizi condivisi e la mancanza di conformità con le policy aziendali, chi si sposta per affari è sempre più attratto dal loro utilizzo.

Vantaggio o svantaggio per i travel manager?

Le aziende mostrano un atteggiamento ambivalente nei confronti della sharing economy. Da un lato sono consapevoli dei vantaggi che questa offre: in primis la praticità di poter prenotare rapidamente anche tramite dispositivi mobili e “l’invisibilità del pagamento”, che libera i viaggiatori dal dover pagare al momento; aspetti che contribuiscono a una maggiore soddisfazione del viaggiatore e che si uniscono ai potenziali vantaggi economici offerti dalle soluzioni di sharing economy. D’altro canto preoccupano i possibili rischi ai quali i viaggiatori possono andare incontro: spesso le coperture assicurative sottoscritte non coprono questa tipologia di servizi o chi li fornisce raramente possiede licenze, il che espone i viaggiatori a potenziali pericoli e crea problematiche di compliance con le policy aziendali. Un’ulteriore complicazione è costituita dalla difficile gestione dei report di viaggio e delle note spese generate dall’utilizzo di questi servizi, che raramente sono compatibili con i processi digitali utilizzati dalle aziende. Il ricorso a fornitori diversi da quelli abituali potrebbe inoltre rendere più difficile la messa in atto di economie di scala.

Dalla ricerca emerge che sono il 49% le aziende che oggi negano ai propri dipendenti la possibilità di avvalersi di servizi di sharing economy (ma il 27% ne sta valutando l’adozione, a riprova della fluidità della situazione), contro il 38% che ne consente l’uso. La situazione non è però uniforme a livello globale. Se nei mercati emergenti come Cina e India la possibilità di fare ricorso a servizi di sharing economy è piuttosto diffusa (63% delle aziende la contempla), nei mercati più maturi si ha un’incidenza molto minore: segno che la condivisione non è – o non è ancora – considerata una buona alternativa agli operatori tradizionali.

Sorprendentemente gli Stati Uniti, patria dei principali operatori della sharing economy, si posizionano solo a metà classifica. L’Italia va controcorrente rispetto alla generale diffidenza mostrata dai principali paesi europei: ben il 38% dei viaggiatori tricolori intervistati dallo studio dichiara infatti che l’utilizzo di servizi condivisi è consentito dalla propria azienda.

Più servizi di sharing economy per i viaggiatori d’affari? Sì, grazie!

Questa categoria guarda con fiducia e interesse ai servizi di viaggio condivisi: 2 intervistati su 3 vorrebbero potervi fare ricorso più spesso. Ciò che essi apprezzano di più sono i costi contenuti (82% dei rispondenti) e la sicurezza (78%) che contribuiscono a rendere piacevole l’esperienza di viaggio (84%). Anche in questo caso sono i paesi emergenti ad avere una maggiore propensione per la condivisione. In Europa lo scenario è complesso, con differenze anche notevoli da paese a paese. Spiccano i viaggiatori italiani, con l’82% che si dichiara interessato a una maggiore integrazione della sharing economy nelle policy di viaggio aziendali.

“L’adozione dei servizi di sharing economy è sicuramente una delle tendenze oggi più interessanti nel settore del business travel”, ha dichiarato Diane Laschet, Amministratore Delegato di AirPlus Italia. “Le posizioni di travel manager e viaggiatori sono necessariamente destinate ad avvicinarsi: in caso contrario, esiste il rischio che i viaggiatori effettuino le prenotazioni autonomamente rendendo molto più complessa e meno controllabile la gestione delle trasferte. Dal canto loro, diversi operatori della sharing economy stanno cercando di adeguarsi alle esigenze delle aziende creando portali online specificatamente dedicati alla clientela business. Questo potrebbe spingere molti travel manager a inserire la possibilità di utilizzare servizi di sharing economy all’interno delle policy aziendali”.

La ricerca, che costituisce la terza parte dell’AirPlus International Travel Management Study 2016, può essere scaricata all’indirizzo www.airplus.com.

AirPlus International

AirPlus International è una multinazionale specializzata nella fornitura di soluzioni innovative per il pagamento, la rendicontazione e l’analisi delle spese aziendali che conta 46.500 clienti nel mondo.

Con AirPlus le aziende, le agenzie di viaggio e la Pubblica Amministrazione possono disporre di una gamma completa di sistemi di pagamento virtuali, mobile e tramite carte di credito che permettono di gestire, attraverso un unico conto centralizzato, interfacciabile con i principali gestionali, le voci di spesa relative ai viaggi (biglietteria, autonoleggi, hotel, etc.) e le spese aziendali quali telefonia, corrieri, ecc. La sede italiana della società è a Bologna. Per ulteriori informazioni http://www.airplus.com.

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